Verniciatura
La lucidatura è l’ultima delle operazioni di restauro del mobile, e viene eseguita dopo aver effettuato tutte le fasi precedenti di reintegrazione del manufatto ligneo in tutte le su parti, armonizzato nel colore e nelle parti nuove.
Viene quindi eseguita la lucidatura con gommalacca a tampone, e la finitura viene applicata in base al tipo di mobile ed all’epoca cui appartiene.
Questa lucidatura viene definita in molteplici modi:
- a tampone,
- a stoppino,
- alla francese.
Si tratta di una tecnica richiede una discreta abilità d’esecuzione che si acquisisce solo con molta pratica.
Richiede parecchio tempo, con alternanza di fasi di lucidatura e fasi di riposo.
Fino al secolo scorso i lucidatori lasciavano intercorrere, fra una mano e l’altra, anche decine di giorni.
Se nella lucidatura a tampone si provocano delle bruciature o “strappi” (succede quando con il tampone si asporta della gommalacca non ancora asciugata bene), spesso non è possibile correggere localmente l’errore, ma bisogna passare tutta la superficie del piano con lana di acciaio finissima e poi ricominciare da capo.
Eseguita a regola d’arte, è sicuramente la tecnica che dà i migliori risultati sia nell’aspetto estetico che al tatto.
Questo tipo di lucidatura viene sempre utilizzata per la rifinitura dei mobili impiallacciati o lastronati o comunque di pregevole fattura.
Invece, per i mobili in massello o rustici, dove non si addice una superficie brillante ma piuttosto satinata, il tipo di lucidatura più idonea è quella a cera, oppure una prima semplice fase di riempitura del poro del legno con gommalacca a stoppino e subito dopo inceratura.
La finitura è l’ultima fase della lucidatura, avviene con una mistura ad alta concentrazione di alcol a 100° e pochissima gommalacca, che se applicata con molta leggerezza permette la brillantatura.
La brillantatura deve essere poi protetta con l’ applicazione finale di encaustici a base di cera, le cui ricette sono composte, e sperimentate da decenni in laboratorio.